mercoledì 25 febbraio 2015

Il teatro anatomico dell'Archiginnasio di Bologna

Oggi nessun post tecnico, ma un suggerimento: la visita al teatro anatomico dell'Archiginnasio di Bologna.

Esistono luoghi molto "particolari", nei quali l'esoterismo e l'essoterismo si confondono agli occhi dei più. Ma un buon osservatore, allenato ed introspettivo saprà riconoscere quel sottile confine che divide le due realtà. 


Consiglio ad ogni naturopata una visita al Teatro Anatomico dell'Archiginnasio di Bologna, un luogo che merita, dove storia, scienza, simboli, medicina si fondono insieme rendendo la visita assolutamente suggestiva.... davvero imperdibile. Aggiungo che tutto il palazzo dell'Archiginnasio, bellissimo e particolare, risponde ad un simbolismo non percepibile e visibile a tutti...scopritelo, ne resterete affascinati!


La sala, chiamata Teatro per la caratteristica forma ad anfiteatro, fu progettata nel 1637 per le lezioni anatomiche dall'architetto bolognese Antonio Paolucci detto il Levanti, scolaro dei Carracci.
Venne costruita in legno d'abete e decorata con due ordini di statue raffiguranti in basso dodici celebri medici (Ippocrate, Galeno, Fabrizio Bartoletti, Girolamo Sbaraglia, Marcello Malpighi, Carlo Fracassati, Mondino de' Liuzzi, Bartolomeo da Varignana, Pietro d'Argelata, Costanzo Varolio, Giulio Cesare Aranzio, Gaspare Tagliacozzi) e in alto venti dei più famosi anatomisti dello Studio bolognese.


Il soffitto a cassettoni, realizzato nel 1645 da Antonio Levanti, è decorato con figure simboliche rappresentanti quattordici costellazioni e al centro Apollo, nume protettore della medicina.


La cattedra del lettore, che sovrasta quella del dimostratore, è fiancheggiata da due statue dette "Spellati", scolpite nel 1734 su disegno di Ercole Lelli, famoso ceroplasta dell'Istituto delle Scienze. Sopra al baldacchino una figura femminile seduta, allegoria del'Anatomia, riceve come omaggio da un putto alato non un fiore, ma un femore.
La sala anatomica ha subito gravissimi danni nel bombardamento che il 29 gennaio 1944 distrusse quest'ala dell'edificio ed è stata ricostruita nell'immediato dopoguerra riutilizzando le sculture lignee originali, fortunatamente recuperate dalle rovine.


L'Archiginnasio tra scienza e magia

Al primo piano dell'Archiginnasio è presente il suggestivo Teatro Anatomico in legno d'abete e di cedro con statue in tiglio di Oreste Giannotti e i due celebri Scorticati ai lati della cattedra di Ercole Lelli. Appare interessante l'uso dell'essenza lignea usata per questa sala. Ad esempio il soffitto è in legno di cedro, essenza che godeva di particolare prestigio per la sua struttura diritta e slanciata e per la sua fragranza; inoltre, era ritenuto immarcescibile per cui assunse il simbolo dell'immortalità, come pure di forza, nobiltà ed incorrutibilità. Inoltre, il legno di questo albero fu anche utilizzato per la costruzione del tempio di Gerusalemme, per cui divenne un'essenza sacra. L'abete che decora le pareti, invece, fu un simbolo di audacia ed integrità. Essendo divenuto l'albero sacro che si addobba a Natale, esso è portatore di Luce, concetto che si riscontra fin dall'antichità. Il tiglio, da cui sono intagliate le due statue umane nel Teatro Anatomico, fu - in area nordica - il simbolo della comunità, di città e villaggi. 

Ricostruendo il valore simbolico delle tre piante si giunge all'immagine di una sala preservata da ogni corruzione, anzi, purificata dal malefico contatto con il sangue dei cadaveri - attraverso il cedro - che pone le basi per uno studio fertile e illuminante, alla base dell'integrità - per mezzo dell'abete - volta a canalizzare le proprie energie verso il bene della collettività - ravvisabile nel legno di tiglio. 

Antonio Levanti, nel 1645, ideò il soffitto di legno a cassettoni, con rappresentate figure che evocano le costellazioni ed Apollo, dio protettore della medicina. Anche in questo caso, il linguaggio allegorico del simbolo si è attuato nelle figure geometriche: in alto le costellazioni sono contenute entro cassettoni ottagonali, richiamo perfetto per il cielo, mentre il pavimento è decorato ad esagoni, in analogia al numero sei che rappresenta l'uomo e la scelta che gli è concessa nella sua vita terrena. 

L'architettura della sala è suddivisa da un telaio decorativo composto da dodici... nicchie contenenti altrettante statue di celebri anatomisti.

- tratto dal libro: La magia di Bologna, di Morena Poltronieri ed Ernesto Fazioli - Edizioni Hermatena -
....di cui consiglio assolutamente la lettura! 

- Antonella CromoBologna -

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